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posticon Presentazione L.Mascardi

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 L’incontro con Gabriella Soldatini è nella casa-studio dove  il suo mondo si è svelato lentamente e le opere, appoggiate distrattamente a terra, hanno incominciato a raccontarsi.

Si nota subito la tela, un tessuto solido e resistente, originariamente era un antico lino, diventato trama, pensiero cui si dà inizio e fine,  è da questo tessuto poetico e compatto col suo ordito che separa e al tempo stesso tiene insieme che emerge la pittura di Gabriella Soldatini. Per trovare il linguaggio pittorico bisogna seguire  un filo disegnato tra le campiture di colore che compongono l’immagine su queste grandi  tele antiche che formano il supporto prezioso di memorie a cui la pittrice affida il suo racconto.

La sua espressione porta verso il cuore degli elementi primordiali: acqua, aria, terra, fuoco.

Credo che nessun altro strumento mi consenta di seguire la complessa evoluzione dell’identità culturale dell’artista se non farmi guidare da questo filo tenue filato senza cercare inizio né fine lungo il percorso pittorico che lascia parlare il colore. Così i profili delle campiture cromatiche creano una rete di contrasti armonici che disegnano l’immagine per cogliere le distanze di tempo e spazio nella memoria.

Qui la varietà infinita del mondo sensibile deriva dal diverso combinarsi dei quattro elementi fondamentali che si congiungono e si separano sotto l’azione dell’amore e dell’odio.

 Nell’opera di Gabriella Soldatini il magma dei colori spesso dà origine ad una confusione ostentata,  violenta degli elementi che si mescolano nel Caos per raggiungere l’equilibrio nella creazione di una Natura complice dell’Anima.

Acqua in pioggia di grandi gocce, aria nel vento che ulula tra gli alberi, terra di frutti in ricchi grappoli della vite, fuoco di faville guizzanti ci comunicano messaggi poiché la natura è mezzo per la liberazione dell’anima.  

In queste opere c’è una ricerca di eleganza attraverso il segno, dove il disegno si dissolve nel colore che trasmuta con energica passionalità nella forma immaginata.

C’è il trionfo dell’acqua e dell’aria tra pertiche, vele, sartie e gomene come grate ricamate sul fondo recuperato del mare e del cielo nell’esigenza reale di conoscenza per vivere un’affascinante visione di libertà.

Leggere i dipinti di Gabriella Soldatini ci avvicina ad un percorso famigliare che si fonde con la passione per la natura senza limiti rigorosi poiché acqua-aria-terra-fuoco tutto amalgamano nel cammino della vita.

In questa mostra il cammino lirico della pittrice è testimoniato dal piccolo dipinto che rappresenta la coda di pavone a forma di lira strumento musicale d’amore: così solitario apre a riflessioni sulla pittura dell’artista che distilla, per misteriosa alchimia, espressioni che privilegiano l’immediatezza del sentire sulla ricerca formale in un totale dominio dello struggimento per l’effimero trascorrere del tempo. Poi nella grande tela, che domina la mostra, la natura è un pretesto il fine è il quadro: un tessuto fitto di note coloristiche su una superficie dove non c’è proiezione prospettica, non è il contenuto che genera la forma ma piuttosto la forma che evoca il contenuto, il cielo non è uno sfondo ma spazio pittorico in cui nessun elemento sovrasta sugli altri, infatti tra gli edifici dalle finestre illuminate  e il folto di una vegetazione rigogliosa e invadente è l’uomo nella sua assenza il protagonista di una emozione suggerita che ci fa ri-conoscere la realtà immaginata nell’opera d’arte.

Il ritmo convulso non ha tempo, è un frenetico agitarsi che lega la figura allo spazio, figure non umane, trasparenti, impalpabili quasi a cercare nello spirito la suprema qualità dell’essere.

In queste opere c’è vita vissuta raccontata sottovoce nascosta nel rutilante combinarsi dei colori che si dissolvono nelle gocce d’acqua senza dolore.

 

27 Ottobre 2007

 

 

                                                                                               Laura Mascardi